Pidgin Edizioni, 2022
247 pagine
Ho comprato questo libro al Salone del Libro di Torino ma sono riuscita a leggerlo solo ora.
Avevo letto l’esordio di Guerrieri,
“Non muoiono le api”, in aprile e ne avevo scritto nella newsletter. Questo romanzo
l’ho trovato più maturo, più crudo. Se “Non muoiono le api” poteva essere
ascritto alla corrente Solarpunk e che nonostante la sua atmosfera tetra aveva
una vena di speranza, qui parliamo di un romanzo completamente diverso. È un
ritratto surreale di una realtà presente.
“Mi chiamo Irene, Ho scoperto
Envoyé su internet. Si lavora quanto vuoi e dove vuoi. Mi piace un lavoro senza
vincoli. Mi piace andare in bici per la città.”
“Sei fortunata Irene, sei molto
fortunata, lo sai? Perché questo è un lavoro speciale. Essere rondine è
speciale.”
L’uomo tatuato si è fatto
avanti e di sua iniziativa ha detto, “Sono Kevin. Anche per me è così. Sono d’accordo
con quello che ha detto.”
Carlo ha alzato le mani verso
il cielo.
“Un applauso! Più forte! Più
forte!”
Io cercavo di essere più
decisa, di farmi sentire. L’impressione che avrei fatto al colloquio sarebbe
stata il mio lasciapassare per la capitale.
Questa energia da setta religiosa,
una tendenza che nella new economy si è diffusa a macchia d’olio, è stata
dipinta in modo meraviglioso dall’autrice e mi ha fatto venire i brividi.
Brividi e una stretta allo stomaco che mi hanno accompagnato per tutta la
lettura, mentre Chiara affronta una dopo l’altra porte che le si chiudono in
faccia.
Consigliato a chi vuole un libro veloce, crudele, con una
protagonista sfaccettata e un’ambientazione urbana realistica.
Sconsigliato a chi sta cercando una lettura confortevole.
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